NICHELINO (To), loc. Stupinigi, Castelvecchio, in stato di abbandono.
Il Castelvecchio di Stupinigi sorge alle porte meridionali di Torino, a lato della palazzina di caccia juvarriana di Stupinigi. Castelvecchio è un’importante architettura fortificata di impianto medioevale, a cui si è aggiunto, in epoca più recente, il corpo di fabbrica a quattro piani che sovrasta in altezza persino l’originaria torre a pianta quadrata, posta a difesa dell’ingresso.
A parte questo blocco, il castello si presenta come un vasto fabbricato a corte su due piani, mostrando la derivazione dai castelli agricoli tre-quattrocenteschi della zona. Era l’antica residenza dei Marchesi Pallavicino, che lo acquistarono dai Savoia-Acaia nel 1439.
Nel 1563 la proprietà fu ceduta a Emanuele Filiberto, quando questi trasferì la capitale del Ducato di Savoia da Chambèry a Torino. In seguito Emanuele Filiberto donò Stupinigi all’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, oggi Fondazione Ordine Mauriziano. A differenza del Castello di Rivoli, Juvarra non tentò di inglobare la preesistenza, anzi nel 1735 ne furono demolite delle parti e fu adibito a magazzini e ad abitazioni per affittuari fino al 1776 quando fu rammodernato e restaurato.
Attualmente Castelvecchio è un maniero fantasma, lasciato alle incurie del tempo, in stato di totale degrado e sfacelo.
Il Castelvecchio è preesistente quindi all’intervento juvarriano ed è anch’esso di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano. Di impianto quadrilatero aggregato intorno al cortile, con torri perimetrali, costituiva insieme al castello del Drosso, posto lungo il torrente Sangone, e a quello di Vinovo, il sistema territoriale di controllo degli accessi a Torino da sud.
Vedi allegato, da “TORINOstoria”, Anno 4 n. 37 marzo 2019: Castelvecchio, a cura di Paolo Patrito.
Segnalazione: 25/10/2019 UNIVOCA Castelvecchio di Stupinigi Segnalazione
Vedi risposta della Soprintendenza: Castelvecchio Lettera Soprintendenza
Vedi articolo su www.ilcaffetorinese.it del 24 marzo 2021:
“Se le istituzioni lasciano al degrado i castelli del Piemonte, i piemontesi li comprino.”
Il caso del Castelvecchio di Stupinigi e un’idea di successo che viene dalla Francia: crowdfunding per restaurare castelli abbandonati, con una quota minima di partecipazione per diventare co-proprietari e salvarli dal degrado.
I visitatori che si recano a Stupinigi spesso e volentieri neanche se ne accorgono. Seminascosto dalla vegetazione, è visibile soltanto a chi, giunto al piazzale antistante la Palazzina di Caccia sabauda, prosegue in auto sulla sinistra lungo viale Torino, per poi svoltare sempre a sinistra in viale Vinovo.
Ed è allora che lo si vede: un basso edificio medievale costruito in mattoni rossi e sormontato da tre torri. È detto “Castelvecchio”, e benché dalla strada non se ne colgano le effettive dimensioni, è un castello più grande di quanto ci si possa aspettare. Pesantemente rimaneggiato nel Settecento e a pianta vagamente quadrata, presenta al centro un ampio cortile.
Il primo nucleo del castello è già documentato nel 1288. Nel corso del medioevo passò in diverse mani, finché Emanuele Filiberto nel 1573 lo cedette all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro da lui appena fondato. Nel Settecento con la costruzione della Palazzina di Caccia il paesaggio di Stupinigi cambiò radicalmente: alcune case e la chiesa del borgo furono abbattute e il castello, decisamente ridimensionato, assunse il suffisso di “vecchio”. Per tutto l’Ottocento ospitò decine di affittuari, personale, militari e guardiacaccia di servizio a Stupinigi. Mantenne però gli elementi del castello quattrocentesco: le torri quadrate, i cortili interni, gli spettacolari soffitti a botte e le tracce dell’impianto medievale.
Oggi il castello, dal 2005 in stato di completo abbandono, rientra tra le proprietà inalienabili della Fondazione Ordine Mauriziano (presieduta dall’ex segretario generale della CRT Angelo Miglietta), a cui secondo statuto spetta la salvaguardia del “patrimonio storico, culturale, religioso e paesaggistico di pertinenza sabauda nei secoli raccolto dall’ordine”, e che annovera tra le proprietà gioielli come la Palazzina di Caccia di Stupinigi, Sant’Antonio di Ranverso, l’Abbazia di Staffarda, la Basilica Mauriziana, le Chiese di Cagliari e Asti e terreni vari quasi impossibili da vendere per il vincolo d’uso che si portano addosso.
Commissariata una prima volta nel 2002, la Fondazione non ha mostrato negli ultimi anni di saper risolvere gli ormai endemici problemi finanziari che si trascina dietro: ogni anno si spendono circa 3.800.000 euro per la sola gestione ordinaria, mentre in cassa, fra biglietti e affitti delle sale, ne entrano più o meno 1.200.000, cinque sesti dei quali soltanto da Stupinigi.
Al punto che lo scorso anno, con la facciata della Palazzina di Caccia – e in particolare il cornicione juvarriano – che ha iniziato a perdere pezzi, per lavori di manutenzione ordinaria si è dovuto fare affidamento al bando “Cantieri diffusi” della CRT. Il cui contributo complessivo dal 1988 ad oggi è stato pari a circa 20 milioni di euro per opere che vanno dal consolidamento statico dell’edificio all’adeguamento alle norme di sicurezza, fino al restauro di affreschi, statue e degli appartamenti del Re e della Regina.
Un recupero del Castelvecchio da parte dell’Ordine Mauriziano è dunque tanto impensabile quando non auspicabile, a meno di non voler vedere trascinato un altro ente piemontese in una querelle finanziaria sul modello delle recenti vicende del Teatro Regio.
La soluzione potrebbe arrivare, allora, dalla Francia, dove tra 2017 e 2018 due castelli (quello in rovina di Ebaupinay, nel Poitou-Charentes, non lontano da Nantes, e il Chateau de la Mothe-Chandeniers, diroccato e in vendita) sono stati acquistati collettivamente dalla popolazione.
Come riportato all’epoca da Repubblica, “La fortezza in questione [Ebaupinay, ndr] è infatti in rovina, ed è stato lanciato un crowdfunding per restaurarla. La quota minima di partecipazione a questa colletta online è di 50 euro. In cambio si avrà l’accesso libero a vita, oltre all’invito a partecipare alle decisioni sulla sua ricostruzione. L’idea di salvare Ebaupinay nasce da un crowdfundind per un altro castello diroccato, il Chateau de la Mothe-Chandeniers, che un anno fa fu vantaggiosamente messo al riparo dai danni del tempo e dalle mire di alcuni immobiliaristi senza scrupoli che volevano abbatterlo per costruire al suo posto un hotel di lusso. Oggi, questo castello conta circa 18000 proprietari. […] Gli organizzatori hanno già raccolto quasi 500mila euro, versati da circa 8000 persone. Ma per salvarlo, e cioè per mettere in sicurezza le parti più danneggiate, ne servono ancora almeno 200mila. Ai donatori saranno offerte le azioni dell’azienda creata per restaurare il castello, rendendoli così ufficialmente proprietari”.
Castelvecchio è come detto proprietà inalienabile della Fondazione Ordine Mauriziano, ma questo non esclude che, in presenza di un serio progetto di riqualificazione che rispetti i vincoli architettonico-culturali a cui è sottoposto, si possa procedere con una revisione statutaria di concerto con il ministero. E, anche qualora ciò non accadesse, per tentare il recupero di altri manieri ed edifici storici piemontesi non privati si potrebbe tentare la stessa strada. I siti, a ben vedere, non mancano.
Il castello di Parpaglia, anch’esso a ridosso del centro abitato di Stupinigi – nello specifico, nel parco della Palazzina di caccia –, è una delle rare preesistenze medievali del territorio a sud di Torino. Più piccolo del Castelvecchio, ebbe tra gli altri proprietari il celebre Ordine dei Cavalieri di San Giovanni in Gerusalemme (ovvero, gli ospitalieri) e lo stesso Ordine Mauriziano, mentre oggi proprietà della Regione Piemonte.
Più a Est, nei pressi di Santhià, a quello che un tempo era l’incrocio tra la Via Francigena e la Via Svizzera, stretto tra due torri e completamente circondato da merli a coda di rondine sorretti da lunghi beccatelli adornati da una fascia decorativa, sorge il castello di Vettigné. Un castello con vista, che domina la campagna vercellese e riposa all’ombra del maestoso massiccio del Monte Rosa, raggiungibile in un’ora e mezza di auto.
Più a Nord, a pochi passi dal confine italo-svizzero, su tre isolotti rocciosi situati nel lago Maggiore nel comune di Cannobio si levano i castelli di Cannero, ruderi di antiche fortificazioni, oggi uno degli scorci più pittoreschi del lago. Fortunatamente, per sopperire alle inefficienze e alle storture del settore pubblico, in questo caso sono intervenuti direttamente gli ex proprietari: i Borromeo. Che nel 2019 hanno avviato lavori, della durata triennale, che renderanno fruibili ai turisti i castelli per farne un museo interattivo sul loro passato.
Destino diverso per altri pregevoli esempi di incastellamento in Piemonte, oggi abbandonati: si va dalla Rocca di Carpenetta, non distante da Racconigi, in origine un ricetto appartenuto all’Abbazia di Staffarda, al castello di Castelnuovo Bormida, frutto di una sovrapposizione stilistica causata da continui rimaneggiamenti, e teatro di numerosi scontri nel corso delle guerre napoleoniche in Italia; dal medievale castello della Rotta, nel comune di Moncalieri, all’imponente castello di Frinco, che adagiato tra le dolci colline astigiane domina l’omonimo borgo.
Autore: Michele Barbero
Fonte: www.ilcaffetorinese.it, 24 marzo 2021
Vedi articolo su “La Stampa” del 12 dic 2021: TORINO. Stupinigi rinasce con 25 milioni del Pnrr.
La Regione vuole far diventare la Palazzina di Caccia una nuova Reggia di Venaria
«Vogliamo che Stupinigi diventi una nuova Venaria, in grado di attrarre turisti da tutto il mondo. Per questo sarà uno dei progetti culturali più importanti finanziati con i fondi del Pnrr».
Il presidente della Regione, Alberto Cirio, annuncia di aver stabilito un investimento da 25 milioni per ristrutturare e dare una nuova identità alla Palazzina di Caccia. Un progetto partito già mesi fa – promosso da Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione Ordine Mauriziano – ma che ora trova le risorse necessarie per essere realizzato in tempi rapidi.
Venerdì, durante un incontro tra il governatore e i presidenti delle Fondazioni, è stata definita la costituzione dell’unità di missione «Stupinigi 2030» che avrà il compito di attuare il piano di riqualificazione architettonica e culturale che avrà come fulcro il recupero delle testimonianze sulla vocazione rurale della residenza sabauda, costruita per la caccia e le feste.
«L’intervento – racconta Cirio – sarà proposto al ministero della Cultura con l’obiettivo di non frammentare le energie di queste risorse, concentrandole in un grande intervento dalle ricadute storiche per l’intero territorio piemontese e italiano».
Dei 25 milioni previsti come investimento, 20 arriveranno proprio dal Pnrr e 5 dalla programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale.
«Stupinigi 2030 mira alla creazione di una seconda Venaria capace di attrarre milioni di visitatori e di un sistema in grado non solo di competere, ma anche di superare per qualità e attrattività i Castelli della Loira – sottolinea ancora Cirio -. Mentre per la Reggia di Venaria la vocazione è principalmente culturale e artistica, per la Palazzina di Caccia di Stupinigi immaginiamo una missione storica e architettonica, ma allo stesso tempo rurale ed esperienziale».
Per questo il progetto di recupero non coinvolgerà solo la Residenza reale, ma anche le sue cascine e le antiche botteghe.
«Daremo nuovamente vita ad un borgo, dove il visitatore potrà immergersi in una esperienza unica», evidenzia ancora il governatore.
Per non creare nuove strutture di gestione, l’ipotesi è di insediare l’unità di missione «Stupinigi 2030» all’interno del Centro Conservazione e Restauro «La Venaria Reale», punto di riferimento per il recupero di opere e beni artistici. Nata nel 2005 nell’ambito dei grandi interventi di riqualificazione della Reggia, la Fondazione vede già tra i suoi fondatori il ministero per i Beni Culturali, Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Comune di Torino, Comune di Venaria Reale, Fondazione Crt, Compagnia di San Paolo e Università degli Studi.
Autore: Claudia Luise – Fonte: www.lastampa.it, 12 dic 2021
Vedi articolo su La Stampa del 30 gen 2022
NICHELINO, fraz. Stupinigi. Negozi, ristoranti e un polo biologico: così rinasce la nuova Stupinigi.
Recupero dell’area della palazzina di caccia, creazione di una vera e propria cittadella adiacente con negozi, attività artigianali e commerciali. Con un focus principale sulla zona ex granai e il fabbricato ex Mandria, un tempo conosciuto come trattoria dei cacciatori. E poi un polo di interesse turistico-culturale, capace di stimolare anche il ripopolamento. Ecco le linee guida del recupero del borgo di Stupinigi, diventato ieri ufficialmente uno dei progetti bandiera che la Regione candiderà sui fondi del Pnrr. La delibera che conferma la volontà di investire su questo grande piano di riqualificazione è stata approvata dall’amministrazione Cirio: dopo il lavoro sulla Reggia di Venaria, questo sarà il più articolato per lo sviluppo del sistema culturale e turistico piemontese. Ora l’atto scritto c’è.
Fulcro di tutto è la zona di viale Torino, la strada che collega la palazzina con l’ingresso delle tangenziali. E quindi la riqualificazione dei poderi e strutture che corrono lungo la striscia d’asfalto. I progetti sono diversi e le proposte non mancano. Ad esempio: nella zona ex granai, il fabbricato è diviso in tre piani e ognuno potrà ospitare servizi differenti. Nel recente passato si era parlato di un ostello nel piano più alto, mentre il salone del primo livello potrebbe diventare un centro polifunzionale. Anche la zona delle cantine avrebbe aspirazioni ricettive. Vocazione residenziale per quella che un tempo era la trattoria dei cacciatori, con la ristrutturazione degli appartamenti interni. E poi c’è la partita degli insediamenti commerciali, legati anche alla valorizzazione dell’agricoltura. In ballo, ad esempio, un nuovo polo del biologico accanto all’attuale macelleria, mentre potrebbero aumentare le aree destinate alla cura degli animali. Come oggi, ad esempio, è la zona dove sorge la fattoria didattica.
Il piano si incastra con gli altri progetti di sviluppo del parco e le operazioni in corso per il recupero del Castelvecchio, dietro la palazzina di caccia. In sostanza, l’area diventerà un polo di attrazione a 360 gradi dove si potranno visitare i gioielli della palazzina, respirare la storia agricola della zona e comprare prodotti «made in Stupinigi», rendendola attrattiva un po’ come era stato fatto con la Reggia di Venaria.
Ulteriore conseguenza auspicata è il ripopolamento della zona. L’obiettivo è completare la trasformazione per il 2030, legandolo alla valorizzazione dei borghi. L’investimento è di 25 milioni di euro, 20 con il Pnrr e altri 5 nell’ambito della programmazione del fondo europeo di sviluppo regionale, con l’obiettivo di non frammentare le energie di queste risorse, concentrandole in un grande intervento.
«Il Piemonte – dicono il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla cultura Vittoria Poggio – è pronto a raccogliere la sfida, il progetto è ambizioso ma abbiamo le capacità e le forze per farlo crescere e per portarlo a compimento.
Stupinigi non ha nulla da invidiare ai Castelli della Loira: diventerà una seconda Reggia di Venaria».
Raggianti gli amministratori nichelinesi: «Siamo orgogliosi di questa candidatura – dicono Giampiero Tolardo, sindaco di Nichelino e Diego Sarno consigliere regionale Pd -. In questi anni ci siamo impegnati, anche attraverso il protocollo dei sindaci, per valorizzare l’area dal punto di vista storico-artistico e come polo culturale e ambientale con eventi di interesse internazionale come Stupinigi Sonic Park».
Autori: Cristina Insalaco, Massimiliano Rambaldi. Fonte: www.lastampa.it, 30 gen 2022
Dal sito internet del Consiglio Regionale – giugno 2023: Sopralluogo a Stupinigi il 29 Giugno 2023
Interventi di restauro per l’appartamento di ponente della Palazzina di Caccia di Stupinigi, sia negli ambienti aulici, sia nelle gallerie di collegamento, ma anche per l’appartamento Carlo felice; adeguamento degli spazi aperti e recupero del Parco interno; completamento e rifunzionalizzazione della grande Scuderia di ponente; riutilizzo dei poderi dell’antico complesso agricolo denominato Concentrico in attività commerciali legate alla vendita di prodotti locali.
Sono solo alcune delle azioni previste dal masterplan “Azioni per la valorizzazione e lo sviluppo del Distretto dei Comuni del Protocollo”, condiviso dalla Regione Piemonte e dai comuni di Nichelino, Orbassano, Candiolo, Beinasco, None e Vinovo per la riqualificazione del distretto reale di Stupinigi, dove, questa mattina, i componenti della Commissione cultura hanno effettuato un sopralluogo proprio allo scopo di verificare lo stato attuale degli spazi e incontrare i sindaci dei Comuni interessati.
“Obiettivo di questa serie di misure – ha dichiarato il presidente dell’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali, Luigi Chiappero – è quello di realizzare continuità tra tutti gli ambienti a servizio di Stupinigi. Il progetto per il restauro del Parco Storico della Palazzina di Caccia, il ripristino dei cancelli e delle mura perimetrali è gestito dalla Fondazione Ordine Mauriziano: per portarlo a termine ha ottenuto i fondi del Pnrr, circa 2 milioni di euro, attraverso il bando del ministero della Cultura dedicato ai parchi e ai giardini storici, finanziato dall’Unione Europea attraverso i fondi NextGenerationEU. Altri 5 milioni di euro, arriveranno poi da fondi ministeriali per il completamento del percorso museale, per il restauro dell’appartamento Principe di Carignano e per migliorare l’accessibilità agli appartamenti di ponente”.
Il completamento dei restauri sarà a cura della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali che si è resa disponibile ad avviare la progettazione degli interventi e a promuovere una ricerca di fondi per un piano biennale di investimenti.
Al sopralluogo hanno partecipato il presidente della commissione cultura Davide Nicco (Fdi) e i consiglieri Diego Sarno (Pd), Monica Canalis (Pd), Giorgio Bertola (Europa verde), Francesca Frediani (M4O-UP), Sara Zambaia (Lega) e Sarah Disabato (M5S).
Ndr: Nessun riferimento al Castelvecchio che sta crollando.
Vedi nostro sollecito del 10 luglio 2023 a Segnalazione del 25/10/2019 e primo Sollecito del 14 ottobre 2021: UNIVOCA Castelvecchio di Stupinigi
Vedi risposta della Fondazione Ordine Mauriziano in data 14 luglio 2023: Risposta Fondazione Ordine Mauriziano
Vedi articolo su Torino Corriere del 4 gennaio 2024, vai a: >>>>>>>>>> . La presidente della Fondazione Ordine Mauriziano: «Destinati 3 milioni a Castelvecchio».
Galleria immagini:
Vedi anche: LE DODICI CASCINE DI STUPINIGI, di Paolo Patrito. Lungo il viale che porta alla Palazzina si affacciano le monumentali costruzioni, dodici poderi del Settecento, attorno ai quali ruotava l’economia agricola e venatoria della tenuta sabauda.
Fonte: Torino Storia n. 68 Stupinigi
Vedi anche: C’E’ UN PIANO PER SALVARE IL CASTELVECCHIO, di Paolo Patrito. Sono finalmente finanziati i lavori contro il degrado dell’antichissimo maniero di Stupinigi,, a fianco della Palazzina di Caccia.
Fonte: TorinoStoria 90 Castelvecchio di Stupinigi