FRINCO (At). Il Castello.
Il castello è documentato dal 1288.
Nel 2010 si trovava ancora in discrete condizioni anche se presentava in facciata sud diverse crepe strutturali.
Nel 2011 una frana ha messo a rischio la sicurezza del castello minacciando le case sottostanti con ”cedimento strutturale di un muraglione di contenimento che congiungeva due corpi del Castello, anch’essi a strapiombo sulla via di accesso della proprietà”. Inoltre si è verificato un movimento della struttura portante, che ha subito un improvviso quanto impressionante abbassamento di molti centimetri ed una conseguente torsione rotatoria verso le sottostanti abitazioni. La porzione in questione, vanta tre piani di carico, per un’altezza di oltre 40 mt.
Il 5 febbraio 2014 una porzione significativa dell’edificio è precipitata sull’abitato, travolgendo la piazza della chiesa e la strada comunale. Tutto questo nonostante fossero state fatte diverse petizioni e appelli al prefetto di Asti, alla proprietà, al sindaco,al curatore del fallimento della Daupher s.r.l.
Dimensioni: 60×30 m circa
Datazione: Periodo bassomedievale (X-XV sec. d.C.)
Stato di conservazione: Pessimo
Segnalazione di degrado-intervento: frana con conseguente crollo di porzione del castello.
Riferimento geografico: 45°0’18,74″N 8°10’15,49″E
Proprietà: Privato
Uso attuale: Abbandono
Giorni e orario di apertura: Chiuso con ordinanza di interdizione e sgombero cautelare per rischio crolo del Sindaco – Gli accessi sono transennati.
Bibliografia:
– BORDONE Renato, Andar per castelli da Asti tutt’intorno, Milvia Torino, 1976
– DEZZANI Edoardo, Frinco, cenni storici, s.n., 1949
– SORISIO Roberto, Ricerche storico-giuridiche su Frinco, Tesi di Laurea, 1979
Data sopralluogo: 23-08-2014
Nome compilatore: Airasca Renato – Associazione: G.A.T.
Invio segnalazione: 9 marzo 2015, vedi allegato: UNIVOCA Segnalazione Frinco
Invio seconda segnalazione: 30 aprile 2018, vedi allegato: UNVC Frinco 2-signed
Delibera Comune di Frinco: 3 maggio 2018, vedi allegato: Com Frinco Delibera Comune 3 mag 2018
Risposta del Comune di Frinco: 7 giugno 2018, vedi allegato: Comune di Frinco
Risposta Soprintendenza 20/07/2018: P 9035 Frinco_Soprintendenza
Sollecito al Comune 7/11/2018: UNVC Frinco 3, 7 nov 2018-signed
Sollecito al Comune 12/06/2020: UNIVOCA Castello Frinco 2020 14 giu 2020-signed
Sollecito al Comune 14/10/2021: UNIVOCA Castello Frinco 14 ott 2021
Aggiornamenti:
– Storia del castello: Il castrum di Frinco
– Frinco, situazione della vicenda a febbraio 2018: Frinco, situazione della vicenda a febbraio 2018
FRINCO (At). Il castello diventa proprietà comunale: ora potrà essere messo in sicurezza.
“Riusciremo ad acquisire l’intero stabile dal suo proprietario [l’antiquario toscano Fungardi Gianfranco NdR], composto non solo dal castello, ma anche dalle scuderie e dal parco circostante” commenta il vicesindaco Luigi Ferrero che negli ultimi due anni ha seguito nel dettaglio la trafila burocratica fino allo scorso 4 maggio, quando il Consiglio comunale ha deliberato l’acquisto del castello.
In un primo momento l’ipotesi era stata l’acquisizione gratuita da parte del Comune del solo maniero. In seguito, grazie ad un accordo tra Comune e Regione Piemonte ed un finanziamento da parte dell’ente regionale, si è deciso di acquistare l’intero possedimento.
L’antico ed imponente castello, che occupa circa 3800 mq di superficie, viene citato per la prima volta in un documento del 10 agosto 1288, in un atto che sanciva i confini fra Calliano e Guadarabbio (abitato che sorgeva presso Castell’Alfero). Appartenne ad importanti famiglie astigiane come i Pelletta, i Turco, i Mazzetti.
Nel corso dell’Ottocento la proprietà passò ai marchesi Camerana, i fratelli Giulio e Eugenio dei Roero di Settime. Nel 1893 il castello passò alla congregazione degli Oblati di San Giuseppe di Asti e il castello divenne la sede estiva per gli studenti del Ginnasio e del Liceo e per i propri novizi.
Negli anni ’60 del Novecento il castello si trasformò addirittura in un allevamento di pollame; alcuni anni dopo però la ditta agricola fallì e il castello venne sequestrato e posto all’asta dal tribunale giudiziario.
Nel 1992 il castello fu acquistato dalla famiglia Pica Alfieri.
Nel corso del 2008 il castello venne venduto alla immobiliare Daupher srl, che verrà dichiarata fallita nel 2012.
Il 5 febbraio 2014 un avancorpo del castello crollò rovinosamente sulle case sottostanti.
Non ci furono vittime perché le abitazioni che si trovavano sotto il castello erano state sgomberate: dal 2011 si erano registrate infatti avvisaglie di smottamenti del terreno.
Chiuso un ciclo se ne apre un altro, in cui si cercherà di dare una seconda vita all’edificio, grazie al finanziamento regionale di circa 550.000 euro utilizzati sia per l’acquisto (210.000 euro) che per la ristrutturazione.
“Innanizitutto sarà necessario attuare un progetto di messa in sicurezza – spiega Ferrero che, candidato alle prossime elezioni amministrative, guarda al futuro – L’idea è farne un importante centro turistico ed un polo museale e culturale”.
Prospettiva condivisa anche dalla sindaca uscente Simona Ciciliato, sicura che il castello diventerà “un gioiello per Frinco e per il territorio”.
Autore: Silvia Musso
Fonte: www.atnews.it, 17 mag 2019
– FRINCO (At). Il castello ha aperto le porte: quale futuro lo attende?
Un parco pubblico aperto alla cittadinanza, una cornice per ricevimenti e banchetti, la location per ospitare un cinema all’aperto, ma anche un centro polifunzionale dalla vocazione sociale e turistica.
Sono queste alcune delle idee di recupero del castello di Frinco presentate in oltre 80 tavole dagli studenti e dai docenti dell’Atelier di Restauro e Strutture del corso di laurea in Architettura del Politecnico di Torino, sabato scorso 23 ottobre, nei giardini antistanti il maniero.
Quaranta tra ragazzi e ragazze divisi in diversi gruppi si sono concentrati dallo scorso marzo sulla parte nord del castello (quella che non è stata interessata dal crollo del 2014). Si tratta di un edificio imponente con i suoi 4 livelli principali (ognuno ha 35 vani), la cui origine è del XIII secolo, ma la cui storia potrebbe essere ancora più antica: si troverebbe infatti su fortificazioni risalenti al X secolo.
“Finalmente lo vedo da vicino” è stato il commento più frequente tra i numerosi visitatori accorsi alla giornata di presentazione dei progetti universitari. C’erano molti residenti di Frinco che non si erano mai avvicinati così tanto, ma anche molte persone dei paesi limitrofi: erano tutti lì, tra la meraviglia generale e le corse dei bambini nei giardini, ad attendere gli interventi di autorità e mondo accademico, curiosi di conoscere le destinazioni future del castello.
“Sono molto contento” ha esordito il sindaco Luigi Ferrero visibilmente emozionato. Per il primo cittadino il castello è una sfida pluriennale. Dalla ricerca di finanziamenti all’acquisizione da parte comunale nel 2019, quello che poteva sembrare il sogno di un romantico si sta rivelando un progetto concreto e realizzabile. Secondo quanto presentato dagli studenti stessi, infatti, il castello potrebbe avere varie destinazioni d’uso e alcuni progetti potrebbero vedere la luce anche nel breve termine. Già da questa settimana sono in programma i lavori per la realizzazione di una scala di accesso.
“Così i giardini potranno ospitare banchetti e ricevimenti” ha dichiarato Ferrero che non dimentica la parte interessata dal crollo e le tre famiglie la cui casa è ancora interdetta dopo sette anni. “La messa in sicurezza è quasi terminata, manca il collaudo finale che sarà fatto nei prossimi giorni. I lavori sono stati finanziati da fondi regionali senza attingere dalle casse comunali”.
“Avete un sindaco coraggioso che ha una visione ampia sul futuro” ha affermato Mario Sacco, presidente della Fondazione CR Asti a cui ha fatto eco Paolo Lanfranco, presidente della Provincia: “Un problema è diventato un’opportunità non solo per Frinco, ma per tutto il territorio”.
“Questo per noi è un primo traguardo, ma anche un punto per una nuova partenza” ha ancora commentato il sindaco che, con il consigliere Davide Riva, aveva deciso nel 2020 di coinvolgere l’Ateneo torinese rappresentato sabato dalla docente Carla Bartolozzi: “La direzione intrapresa dal sindaco e dalla sua amministrazione è quella giusta. L’università non è solo ricerca e didattica ma anche condivisione con il territorio locale di competenze. Chi meglio può avere delle visioni per il futuro dei nostri territori se non i giovani? A breve partirà una seconda edizione di questo studio che si avvarrà di tecnologie all’avanguardia e coinvolgerà studenti del Politecnico di un corso di laurea più avanzato”.
Questi primi progetti sono stati realizzati partendo dalle mappe catastali, ma per iniziare un vero e proprio recupero è necessario avvalersi di tecnologie innovative. “E’ necessario iniziare dalla messa in sicurezza delle coperture, cosa che si può fare solo se si ha ben presente come è strutturato l’edifico sottostante – è entrato nel dettaglio l’ingegner Marco Roggero – Per questo serve un rilievo topografico all’avanguardia con tecniche sofisticate”
Da diverse settimane è infatti iniziato, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, questo tipo di rilievo che vede impegnato Roggero tre volte a settimana: “Si tratta di una sorta di TAC per sapere come sta il paziente-castello. Dobbiamo scoprire e capire come sono fatti gli interrati, i sottotetti. Stiamo iniziando ad orientarci e a conoscere questo castello che ogni giorno svela qualcosa in più di sè: particolari architettonici nuovi, locali che non si pensava esistessero. Siamo di fronte ad uno dei castelli più grandi di tutto l’Astigiano che è il risultato di oltre mille anni di modifiche”.
Quali sorprese riserverà ancora questo castello? Non resta che aspettare i risultati dei rilievi e i nuovi studi. Intanto un ringraziamento è arrivato anche dai cittadini più giovani, i bambini frequentanti la scuola primaria: i loro disegni e le loro speranze di riappropriarsi di una parte importante del paese, hanno trovato spazio nelle sale interne aperte per l’occasione.
Autore: Silvia Musso
Fonte: www.atnews.it, 26 ott 2021