TORINO / SUSA. Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy: due mostre – segnalazione.

lonlyAntoine de Lonhy (documentato dal 1446 in Borgogna – morto verso il 1490 nel ducato di Savoia) è stato un artista itinerante, fra la Borgogna, la Francia meridionale (Tolosa) la Catalogna (Barcellona), la Savoia e il Piemonte. Attivissimo come pittore, si dedicò anche ad altre forme di espressione figurativa: la scultura, la miniatura, la pittura di vetrate, il ricamo.
Nonostante l’altissima qualità della sua produzione, e la grande attività lavorativa, fu colpito più di tanti altri dal radicale mutamento nel gusto verificatosi nel XVI secolo, e dalle vicende complesse del patrimonio artistico della fine del Medioevo. Le sue opere furono disperse, spesso malamente smembrate e danneggiate, al punto che se ne dimenticò del tutto l’esistenza. Per un certo tempo, molte opere sono state riunite sotto le diverse denominazioni convenzionali, quali Maestro delle Ore di Saluzzo e Maestro della Trinità di Torino. Solo in anni molto recenti si è compreso che si trattava di un unico autore, e pazienti ricerche d’archivio hanno condotto ai pochi dati biografici oggi disponibili su questo sfuggente personaggio.
Particolarmente stimolante sarà la possibilità di visitare le due mostre in successione, nel periodo di apertura congiunta.

SUSA (To). Il Museo Diocesano di Susa è una delle due sedi nelle quali, fino al 10 ottobre 2021, si articola la mostra «Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy», concepita e organizzata in stretta complementarietà con Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino.
La scelta della sede valsusina è motivata dal legame particolarmente stretto che l’artista di origine borgognona ebbe con la Valle di Susa. L’unico documento savoiardo attualmente noto del pittore lo dice infatti abitante nel 1462 ad Avigliana. Alla Valle di Susa si legano inoltre diverse testimonianze dell’attività del pittore – come un frammentario polittico della Galleria Sabauda di Torino proveniente dalla frazione Battagliotti di Avigliana (presente in mostra a Susa) e gli affreschi dell’abbazia della Novalesa – o della sua bottega e di suoi stretti seguaci, tra cui il polittico oggi presso la Parrocchiale di Novalesa (proveniente dall’abbazia) e un ciclo di affreschi che orna la cappella della Madonna delle Grazie a Foresto (Bussoleno).
Al Museo Diocesano l’esposizione, curata da Vittorio Natale, è incentrata su una quarantina di opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private. Da una parte, la mostra focalizza lo stretto legame di de Lonhy con la Valle di Susa e con la Valle d’Aosta – dove nella collegiata di Sant’Orso del capoluogo si conservava un grandioso polittico scolpito, progettato e dipinto da Antoine per il priore Georges de Challant – dall’altra, viene evidenziata l’influenza esercitata da Antoine de Lonhy su altri artisti, fra cui pittori suoi seguaci o collaboratori e, soprattutto, scultori e plasticatori.
Durante il periodo di apertura della mostra verranno organizzati, in collaborazione con alcuni Comuni della Valle di Susa e con la Regione Valle d’Aosta, itinerari a tema, aperture straordinarie di monumenti e visite guidate, che permetteranno di evidenziare la profonda influenza esercitata sul territorio da questo artista, attivo in Borgogna, a Tolosa e a Barcellona prima di approdare nel ducato sabaudo. Ciò permette di completare il percorso espositivo con opere inamovibili custodite in monumenti normalmente poco esplorati e di valorizzare e meglio far conoscere il ricco patrimonio artistico che si conserva nel territorio delle due valli.
La mostra di Susa sarà tra l’altro l’occasione per vedere finalmente esposte le due tavole lignee provenienti dalla chiesa di Santa Maria di Vezzolano, riconosciute come opera di un artista strettamente legato al de Lonhy ed originariamente usate come ante di una teca che racchiudeva il complesso scultoreo dell’altare di Carlo VIII. Il restauro delle due grandi tavole, dipinte da entrambi i lati, è ancora in corso ad opera del laboratorio Nicola di Aramengo (sono ora visibili tre delle quattro facciate), ed è stato interamente finanziato grazie alla raccolta di fondi effettuata in questi ultimi due anni in occasione dell’esposizione del Presepe di Anna Rosa Nicola.
Per approfondire la figura di questo pittore consigliamo un volume di recente edizione: Frédéric Elsig, Antoine de Lonhy, Silvana Edtoriale 2018 (due edizioni, in italiano e in francese), oltre ovviamente al corposissimo catalogo delle due mostre, con studi molto dettagliati e numerosissime eccellenti illustrazioni: Simone Baiocco e Vittorio Natale (curatori), Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy, Sagep editori 2021.

TORINO. Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy, dal 23 Settembre 2021 a 9 Gennaio 2022
La mostra punta a ricomporre la figura di Antoine de Lonhy, un artista poliedrico che fu pittore, miniatore, maestro di vetrate, scultore e autore di disegni per ricami, e ne illustra l’impatto straordinariamente importante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio dell’attuale Piemonte nella seconda metà del Quattrocento. Venuto a contatto con la cultura fiamminga, mediterranea e savoiarda, de Lonhy fu portatore di una concezione europea del Rinascimento, caratterizzata dalla capacità di sintesi tra diversi linguaggi figurativi.
Il percorso espositivo della mostra è articolato su due sedi, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino (dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio 2022) e il Museo Diocesano di Susa (dal 10 luglio al 10 ottobre 2021), e intende evidenziare i viaggi, gli spostamenti e la carriera itinerante attraverso l’Europa di un artista che nelle sue opere riunì insieme elementi e influssi dalla Borgogna, dalla Provenza, dalla Catalogna e dalla Savoia.
L’esposizione conta sulla curatela di Simone Baiocco e Simonetta Castronovo per la sezione di Torino, e di Vittorio Natale per la sezione di Susa.

Info: https://www.fondazionetorinomusei.it/